Salve lettori!
Oggi iniziamo la giornata scambiando due chiacchiere con Andrea cantone, autore del romanzo "Un giorno alla volta". Una storia vera, di una bambina e donna coraggiosa. Un libro che mi è entrato nel cuore e spero che tutti voi, cari lettori, possiate leggere e amare come ho fatto io.
TRAMA
Lituania 1984, la piccola Marta vive con i genitori e il fratello in città, poi la perdita della casa, del padre e la fuga in una campagna che a lei appare subito ostile. Deve fare i conti con la morte, con la solitudine, con la frustrazione, con il suo dolore, con il difficile rapporto con i genitori e di riflesso con la sua stessa vita.
Una storia che dura da trent'anni, nella quale le piccole cose quotidiane sono diventate eroiche.
Narrata in prima persona attraverso la voce di una fragile bambina, seguendo poi il percorso che l’ha resa una giovane donna, forte ed indipendente, che esprime tutta la fatica nel diventare adulti, nel cercare la propria strada e nel ritagliarsi il proprio posto nel mondo.
E’ la storia di una vita come tante, forse troppo spesso dimenticate, forse troppo poco raccontate.
E’ un’esortazione a cercare di lottare sempre e comunque, aggrappandosi alla propria incontenibile voglia di riuscire ad ogni costo, e alla propria voglia di vivere.
INTERVISTA
Quando nasce Andrea scrittore?
Io non mi ritengo uno scrittore. Sarei presuntuoso. Uno scrittore è uno che vive scrivendo. Lo scrittore è quella persona che si alza la mattina, si fa il caffè, legge le notizie sui quotidiani e si mette a scrivere per tutto il giorno. E lo pagano per farlo. Non è il mio caso. Io ho raccontato una storia che sentivo di dover raccontare. Che meritava di essere raccontata. E nel farlo ho ritrovato anche molte cose di me stesso. È stato in qualche modo catartico. Mi piace di solito chiarire il concetto con una frase del mio scrittore preferito Don Winslow: “A volte racconti una storia, a volte è la storia a raccontare te”. Ed è così, a volte, se la storia ti prende e la senti tua si scrive quasi da sola, devi solo andarle dietro e lasciarti trasportare dalle dita sulla tastiera. Ho cominciato a scrivere con la nascita di mia figlia. Appena l’ho vista ho sentito il bisogno di proteggerla e di trasmetterle un po’ di cose che ho imparato in quarant’anni. Ma si sa, molte volte i figli non ascoltano, oppure noi genitori sbagliamo il modo, o il tono, o il momento. Quindi un buon consiglio può andare perso nell’aria, e sarebbe un peccato. Scrivere quello che pensavo mi è sembrato il modo migliore perché non andasse perduto.
Se potessi descriverti con un personaggio della grande letteratura italiana quale sceglieresti e perché?
Io a scuola ho sempre adorato DANTE ALIGHIERI. Nel senso del personaggio che ha attraversato i tre mondi dell’aldilà, non dello scrittore in sé. La storia è ancora molto attuale. Ci permette di intraprendere un viaggio scoprendo i vizi e le virtù dell’umanità intera. Soffermandoci bene tra un verso e l’altro si intuisce perfettamente come, benché i secoli sia passati, la gente sia ancora soggetta e schiava delle stesse tentazioni. La storia dovrebbe insegnare qualcosa a noi generazioni future, invece sembra che si ricada sempre negli stessi errori. Lo trovo affascinante e nello stesso terrificante. Basta guardare la TV ogni sera per vedere persone che potrebbero benissimo essere collocate in un qualsiasi girone dell’Inferno dantesco.
Se dovessi descrivere in tre parole "Un giorno alla volta", quali sceglieresti?
Fede – Coraggio - Amore
Ti piacerebbe vedere questa stupenda storia sul grande schermo?
Ne sarei onorato. Intanto nella scuola in cui insegno, con il corso di teatro, metteremo in scena un capitolo del libro (cap. 24 – Il Ballo del Diploma), quello che mi ha permesso di vincere il primo premio al concorso letterario EMOZIONI indetto dall’Associazione Eterna di Roma. Poi l’anno prossimo il liceo scientifico realizzerà un contest letterario per le classi prime e seconde sul mio testo con rappresentazione teatrale a fine anno. Quindi direi che posso già, in questo inizio, essere soddisfatto. Certo che rappresentato in uno schermo sarebbe il massimo, e secondo me si presterebbe anche molto bene. Se ci fosse qualche regista interessato…
Qual è una citazione che ti rappresenta?
Una frase di Nelson Mandela. “It always seems impossible untili it’s done” (Sembra tutto impossibile finché non viene realizzato). Ho sempre pensato che non ci siano “cose facili” o “cose difficili”, ma solo cose che al momento sappiamo o non sappiamo fare. Una volta che impariamo a farle tutto diventa semplice. Ecco perché credo che l’informazione e la preparazione personale siano le armi più importanti che abbiamo. Per cambiare il mondo, il nostro e anche quello delle persone che ci stanno a cuore.
A presto,
Sara
Grazie Sara, davvero. Per il tuo tempo, le tue parole e lo spazio che mi hai dedicato nel tuo blog. Lo apprezzo davvero tanto.
RispondiEliminaBella l'intervista. Mi piace la trama del libro 😊
RispondiEliminaLe parole di uno scrittore sono sempre le più ispiratrici.
RispondiEliminaBella l'intervista....complimenti 😊😊
RispondiEliminaBellissime le risposte di questo autore, sembra una storia molto bella, sicuramente lo leggerei!
RispondiEliminaBellissima intervista!
RispondiEliminaSono curiosa! 😍
RispondiEliminaSembra carino
RispondiEliminabellissima intervista!
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