Salve lettori!
Oggi, qui sul blog, è disponibile una nuova intervista. Ho avuto modo di scambiare qualche parola con Francesco Niccolini, autore del romanzo "Ombre".
Oggi, qui sul blog, è disponibile una nuova intervista. Ho avuto modo di scambiare qualche parola con Francesco Niccolini, autore del romanzo "Ombre".
In un'Italia dei primi anni '70 si intrecciano i racconti di tre personaggi dal passato torbido, misterioso; tre personaggi senza particolari talenti o sogni o ambizioni, tre personaggi uniti da un filo sottile chiamato destino. Seguendo quel filo, le loro storie ci catapultano in una realtà troppo spesso dimenticata, in un viaggio che li condurrà indietro nel tempo fino alla Grecia occupata, quando l'Italia era un Paese colorato di nero.
INTERVISTA
Ciao Francesco! Benvenuto nel mio blog, potresti parlarci un po’ di te?
Ciao a te e a tutti i tuoi lettori. Anzitutto grazie per aver letto il mio libro e per avermi dato la possibilità di far parte del tuo blog. Mi chiamo Francesco, ho 36 anni e vivo a Montelupo fiorentino con mia moglie; lavoro a Firenze in un’auto salone come venditore e quando ne ho l’occasione non rinuncio ad una nuotata di un paio d’ore. La lettura e i viaggi restano le mie più grandi passioni, che cerco di coltivare nel miglior modo possibile, compatibilmente con gli impegni lavorativi.
Quando è nata la tua passione per la scrittura? Qual è la tua più grande fonte di ispirazione?
La passione per la scrittura è sempre stata dentro di me fin da giovanissimo, ma ho avuto modo di cimentarmici in modo più costante solo in Nuova Zelanda, dove ho vissuto per un anno. Lì, grazie ad un ritmo di vita più blando rispetto a quello che viviamo in Italia, ho avuto il tempo di concentrarmi sulla scrittura e ho dato vita al mio primo libro, “un’insolita giornata”, pubblicato una volta rimpatriato con la casa editrice Ibiskos di Empoli. Trovo ispirazione principalmente nel mio quotidiano: è una sorta dimix tra quello che vedo e che provo ogni giorno. Alcune storie sono state ispirate da fatti realmente accaduti, come in “ombre” ad esempio, altre volte mi rifaccio a luoghi e persone che conosco, anche se non sempre riporto fedelmente le caratteristiche reali nei miei scritti. Ovviamente traggo ispirazione anche da alcuni dei miei autori preferiti; quello al quale cerco di ispirarmi maggiormente è Donato Carrisi, del quale ammiro le trame tessute splendidamente e la descrizione dei personaggi, mai banale.
Scriveresti mai un libro di tutt'altro genere? Ad esempio un romance o un fantasy?
Non si può mai dire dove mi porterà la scrittura; credo che una delle sue peculiarità sia proprio quella di non aver limiti né confini. Detto questo, una storia fantasy non credo di riuscire a scriverla, semplicemente perché non sono un amante del genere; un racconto romance potrebbe essere più “nelle mie corde”. Non si può mai dire.
Hai in mente di scrivere un altro romanzo? Puoi svelarci qualche curiosità?
Sì, in questo periodo sono impegnato nella scrittura di un altro romanzo al quale ho cominciato a lavorare qualche tempo fa: l’idea mi venne in una fredda serata invernale, mentre, seduto su una panchina della stazione ferroviaria di Livorno, aspettavo che il treno mi riportasse a casa. Fu allora che mi misi a scrivere un racconto che aveva come ambientazione proprio il mondo del treno e dei viaggi. Da allora ho continuato a scrivere storie sempre diverse, alcune basate su miei ricordi d’infanzia, altre scaturite dalla mia fantasia, altre ancora avvolte da una nebbia di mistero.
Nelle storie che vengono narrate ci sono degli elementi autobiografici?
Spesso attingo al mio quotidiano quando scrivo: di solito cambio nomi e volti, ma gli ambienti e i personaggi dei miei libri sono sempre presi dalla realtà. Scrivendo, ho bisogno di raccontare di persone tangibili, che conosco, spesso che frequento o ho frequentato, perché scrivendo di loro mi riesce più facile tessere le fila della trama. Nello specifico, non scrivo mai di me in senso stretto: come ho detto prima, attingo sempre dagli altri, mai da me, forse perché se cominciassi a scrivere “di me” rischierei di non essere obiettivo come vorrei.
Se dovessi descrivere in tre parole "Ombre", quali sceglieresti?
Non è facile rispondere a questa domanda, ma se dovessi scegliere solo tre parole scelgo:
coinvolgente, perché scrivendolo mi sono affezionato ai personaggi, e spero che tale sentimento sia riuscito a trasmetterlo al lettore.
sorprendente, con riferimento al finale del libro, che non voglio svelare.
storico, per via della ricerca che ho svolto prima e durante la stesura del libro: mi sono documentato molto prima di scrivere le parti ambientate in Grecia, perché volevo che riprendesse fatti realmente accaduti e che affondasse le sue radici nella Storia reale, troppo spesso dimenticata.
Sei più lettore o più scrittore?
Decisamente più lettore. Negli ultimi anni ho avuto modo di cimentarmi nella scrittura con maggior dedizione, ma la lettura è e rimane la mia passione più grande. In media leggo circa 100 pagine al giorno, anche se confesso che quando mi siedo alla mia scrivania davanti ad una pagina bianca che comincio a riempire come un pittore riempie la propria tela mi da un appagamento che, almeno per ora, nessun libro letto mi ha dato.
Domanda scontata, ti è piaciuta l’intervista?
Sinceramente sì! Domande mai banali e interessanti. Alcune mi hanno messo “a nudo”, costringendomi aduna certa riflessione prima di provare a rispondere. Come ho accennato rispondendo alla prima domanda, questa è la mia prima intervista, e devo dire che è stato un piacere poter rispondere alle tue domande. Grazie ancora dell’opportunità che mi hai concesso!
Un saluto a te e a tutti i tuoi lettori.
Mi è piaciuta un sacco questa intervista!
RispondiEliminaSono curiosa! 😍
RispondiEliminaBella intervista! Come ha detto l'autore, le domande non erano per nulla banali
RispondiEliminaBellissima intervista! Davvero brava 😍
RispondiEliminaBellissima intervista e splendide domande😍
RispondiEliminaLe interviste sono i post che più preferisco
RispondiEliminaUna bella intervista...ho letto il libro, bello
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