Salve
lettori!
Ecco
l'intervista all'autore Marco Amaducci, vi consiglio di leggere il suo libro e
spero che lasciate un commento per lui, perché come potrete intuire dalle
risposte è un ragazzo molto intelligente e a modo, quindi sarebbe favoloso
contribuire al raggiungimento dei suoi obbiettivi letterari ed aiutarlo a farlo
emergere nel mondo dell'editoria.
1. Mi parli
un po' di lei
So che ha 32
anni, che vive a Ravenna, laureato in Culture Tecniche Del Costume e Della
Moda. Continui lei, cosa vuole aggiungere?
Prima
di tutto ritengo sia giusto iniziare ringraziandola per lo spazio che mi ha
concesso, poi, senza indugiare, saluto voi che state leggendo questa intervista,
gli unici veri destinatari delle mie parole. Cosa potrei aggiungere? Proprio
come il protagonista del libro mi piacerebbe chiedere, ad ognuno di voi, cosa
ne pensa e, soprattutto, che idea si è fatto di questa storia nella storia, di
queste vite intrecciate per un solo scopo.
“Pianeta
Idea” mi è stato regalato una notte d’inverno. Giustamente, vi starete
chiedendo, perché ritengo che mi sia stato regalato, e la risposta è più
semplice che mai. Devo ringraziare un sogno, senza il quale, probabilmente, non
avrei mai scritto questo libro. Erano molte le idee nella mia mente per un
libro, ma, al mio risveglio, dopo aver riflettuto per qualche minuto immerso
nell’oscurità, era chiara più che mai la strada che avrei dovuto seguire da
quel momento in poi. Com’è che si dice? Sogni che diventano realtà…
3. Ha mai scritto altri racconti? Se la risposta è si, cos' ha di speciale "Pianeta Idea" rispetto hai precedenti racconti?
Ho scritto
molti racconti, e per certi versi, qualche sfumatura di “Pianeta Idea” potrebbe
percepirsi in alcuni di essi. Volete sapere una cosa? Quei due amici, forse
qualche parente, che hanno avuto “la fortuna” di leggerli, se domani avessero
voglia di riprenderli in mano, riuscirebbero a capire a cosa mi sto riferendo.
Magari dopo questa intervista ci faranno un pensierino… “Pianeta Idea” è un mondo
a parte, sia per tematiche, formato e approccio al tipo di scrittura, fare
confronti sarebbe ingiusto.
4. Le faccio
i complimenti perché ho notato che il libro è arricchito da piccole
illustrazioni che danno un tocco in più alla storia. Le chiedo se i disegni
sono suoi oppure si è fatto aiutare da una mano esperta?
Grazie.
Sinceramente non mi aspettavo dei complimenti per i disegni, mi fa davvero
tanto piacere. Sono miei, piuttosto non li avrei messi, sono sicuro che
capirete il mio punto di vista, devo sentire mio ogni aspetto. Quello che
percepite dalla prima all’ultima pagina sono io al 200%. Un discorso a parte va
fatto per la copertina. L’idea e la scelta finale sono mie, ma, per diverse
ragioni, dell’aspetto grafico se ne è occupata la casa editrice.
5. Il testo
aiuta a riflettere su molti punti tra cui il conformismo delle idee,
l'imbruttimento della società, la superficialità e su quanti affermano di
essere mentalmente aperti ma in realtà non lo sono. Voleva arrivare a questo
tipo di riflessione?
Volevo
arrivare ad una riflessione, sarete voi a decidere su quale aspetto. Chi lo ha
già letto lo sa, e chi lo farà, lo scoprirà. Ho aperto il mio cuore e, senza
nascondermi dietro un dito, ho messo nero su bianco quelle che sono le mie visioni
della società a 360°, abbinandole a tematiche che molti associano solo alla
fantasia. Mi piacerebbe che la gente un giorno trovi la forza di guardarsi allo
specchio e chiedersi, riguardo a qualsiasi cosa, “Ma io, cosa penso davvero a
riguardo? Io, non la massa”. Il tempo è diverso per tutti, c’è chi è sempre
vissuto al di fuori degli schemi, il tipico bambino perso con lo sguardo tra le
nuvole che immagina cosa ci possa essere al di là di esse, e chi, nel corso
della propria crescita, si è sempre aggrappato alle idee e visioni altrui,
trovando poi difficoltà a costruire il proprio pensiero. C’è un indottrinamento
per tutto, ma il giorno in cui un esperienza cambierà la tua percezione delle
cose, beh, ci siamo, è in quell’istante che inizierà il cambiamento, il nostro,
il tuo. Il tuo pensiero, quello vero.
6. Cosa le
piace? E cosa non le piace?
Non mi piace l’ipocrisia e il finto moralismo di chi ti vuole
insegnare a vivere. La verità non è nelle tasche di nessun essere umano. Tutti
abbiamo il diritto di capire la vita, cercando di essere onesti con noi stessi
e corretti con gli altri. Vivere è un bel casino, un bellissimo casino, non è
giusto che altri ci dicano come farlo questo casino.
Mi piacciono
le rivincite di coloro che hanno fatto parte del team degli emarginati, degli
sfigati e dei perdenti. Sono quelle rivincite in cui non servono parole, sono i
fatti che cantano per loro.
7. Cosa
reputa importante nella sua vita?
La libertà di essere me stesso sempre. Non prendetela come una frase fatta, è
sempre un lotta cercare di essere se stessi, non credete?
8. E' stato
difficile mettere la parola fine alla sua storia?
E’ stato
terribile scrivere le ultime pagine. Lacrime, orgoglio e lunghi respiri. Non
posso dirvi troppo, non sarebbe corretto nei confronti di chi non ha letto il
libro, e che, forse, ci sta facendo un pensiero. Leggendo capirete il perché di
ogni cosa.
So che non è
la risposta che ti aspettavi per la tua domanda, ma, un modo giusto per
chiudere l’intervista con la risposta alla domanda forse c’è, facendotene una
io: “Credi ci possa essere una fine per “Pianeta Idea”?
Ringrazio moltissimo l'autore per questa opportunità! Mi raccomando correte ad acquistare "Pianeta Idea".
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