Salve lettori!

Ingiusto.

Quante volte ho usato questa parola, anche impropriamente.    

È un delitto che sia nata in questa vita, quando avrei voluto viverne una completamente diversa.

 Questa frase mi passa per la mente più spesso di quanto si possa credere.

Un po’ come Jo March,  ho sempre voluto essere l’eroina di un romanzo, vivere avventure ed essere libera da qualunque vincolo; invece sono bloccata in una quotidianità che non vedo mia.  Quando sentivo il peso dell’ingiustizia schiacciarmi aprivo un libro. 

Fin da piccola i libri sono  stati il mondo in cui scappavo e mi rifugiavo ( e lo saranno sempre). Ora, arrivata ai miei diciassette anni è tutto un po’ diverso: ho tante cose a cui pensare e troppi impegni da portare a termine; in questi cambiamenti l’unica cosa che è rimasta immutata è la mia passione per i libri. 

La mia libreria è ciò che più caro possiedo e nel  disordine della mia stanza ( e del mio essere)  è l’unica cosa immacolata:  rappresenta un’ancora di salvezza. So che sarà sempre lì, piena di storie che mi chiameranno per essere scoperte, storie che alleggeriranno i problemi e che addolciranno la malinconia.  

Sarò sincera, mi capita ancora di volere entrare nelle pagine dei romanzi per non uscirne, ma non grido più all’ingiustizia come quando ero una bambina, non urlo più al muro di essere nata nella vita sbagliata, in fondo mi è stata donata quella da lettrice e grazie a questa posso vivere tutte le vite che vogliono, girare il mondo (e i mondi ), “vedere” tutto quello che è possibile vedere e affrontare mille e più avventure.

Vi è mai capitato di voler scappare dalla realtà più di qualsiasi altra cosa?                                                                                                               

                                                                                                             Irene